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I mercati nell'antica Roma

I mercati nell'antica Roma

Viviamo nella società del consumo, ignorando forse il fatto che tutte le società siano o siano state volte al consumo.
Ma la nostra è l'unica che riserva un posto centrale a tale pratica, ormai inevitabile nelle vite di tutti i giorni. Viviamo nella società, oltre che del consumo, del consumismo, all'insegna del comfort - giustamente - e dei grandi centri commerciali.
Se diamo uno sguardo al passato, capiamo bene che queste non sono invenzioni del presente, ma si protraggono da circa due millenni, sebbene il "consumismo" sia un'innovazione dell'ultimo secolo.

Già in Grecia, nell'agorà di ogni polis (ossia la piazza della città) diversi mercanti potevano vendere merci di varia natura, per cui il mercato veniva diviso in "alimentare" e "non alimentare".
Anche a Roma, almeno in età repubblicana, il Foro veniva adoperato per il mercato, oltre che per i giudizi e le adunanze pubbliche. Col tempo però, i mercati troveranno un luogo riservato con l'edificazione del primo Macellum, nel 179 a.C. Il Macellum, termine che poi assumerà il significato odierno di "mattatoio", era un edificio apposito per la compravendita di prodotti alimentari e non, da cui stavolta era esclusa qualsiasi forma di adunanza pubblica, usanza che si sarebbe comunque conservata ancora nel Foro.

Mercati di Traiano

I mercati romani più famosi sono senz'altro i mercati di Traiano (in realtà iniziati già nel 94-95 d.C., sotto Domiziano) di cui ancora oggi rimangono i resti. Dal punto di vista architettonico, pur non trattandosi di un edificio coperto, è evidente lo sperimentalismo, per cui sono ancora visibili alcune correzioni apportate in costruzione o le svariate forme conferite alle volte.

Riguardo la funzione, si presume che Traiano abbia costruito i mercati per rimediare alla situazione di crisi dell'Urbe, come confermerebbe anche il sorgere del porto traianeo a Fiumicino.
Ma in realtà non tutte le vie sembrano accessibili ai carri che trasportavano le merci: ciò suggerisce la polifunzionalità della struttura, su cui gli storici hanno effettuato diverse speculazioni.

Altro celebre Macellum fu quello situato a Pompei, che l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. distrusse durante la sua restaurazione. Quando, agli inizi del XIX secolo, venne rinvenuto il complesso, storici e archeologi erano convinti che si trattasse di un pantheon, per le lastre di marmo rinvenute. Ma non si può escludere che, come in ogni struttura antica, una parte fosse dedicata al culto delle divinità: sul lato orientale infatti, oltre al banco (detto propriamente taberna) dedicato alla vendita di carne, pesci e verdure esotiche, si aprono due ambienti senz'altro adoperati a scopo religioso.

Macellum- Tempio di Serapide

Non a caso il Macellum di Pozzuoli fu denominato erroneamente "Tempio di Serapide", per la statua del dio egizio ritrovataci. La sua edificazione risale infatti al I-II secolo d.C., epoca in cui ormai la religione romana era già stata contaminata da culti stranieri. E persino il fatto che la maggior parte dei centri si collochi in Campania non è casuale: da sempre, prima ancora di sottomettersi al dominio romano, quella che una volta era la Magna Grecia era una terra di mercanti e artigiani, spesso emigrati dalla madrepatria per fondare colonie e trovare fortuna.
Ma questa, è un'altra storia...

Giada Atzeni

 

 

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Words and Dreams

L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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