26 Marzo 2024
Ognuno di noi sceglie una persona guida nella sua vita.
Una persona capace di illuminare i nostri periodi bui.
Possono essere amici, fratelli, fidanzati, ma anche professori o allenatori.
Possono anche essere posti che brillano per noi nell'oscurità. Questi posti hanno un'insegna con su scritto "salvezza", "casa"o ancora "famiglia".
Ecco, l'Accademia Pugilistica per molti significa CASA. Le persone che lavorano all'interno della palestra si impegnano in una missione veramente importante e delicata: dare una mano e salvaguardare i ragazzi del quartiere.
Sono tanti gli iscritti alla palestra, dagli under 18 agli over 60 tutti sono nella stessa barca.
Appuntamento è preso con i gestori della palestra della noble art che frequento.
Il luogo è uno spazio accogliente. Le pareti sono coperte di foto di pugili, articoli, vincitori... Sul ring trovi spesso alcuni ragazzi intenti a scaldarsi in previsione dell'allenamento e fra loro si confondono i pugili.
Ercole Figus è uno dei gestori del posto, nonostante sia in pensione, continua ad allenare gli allievi lottatori in compagnia di Paolo Carta, il tecnico titolare, Alessandra Carta e Maurizio Carta.
Ercole è un uomo che becchi spesso col sorriso, difatti mi accoglie con un largo sorriso e una stretta di mano.
Chiacchieriamo con tranquillità mentre ogni tanto, con la coda dell'occhio, controlla i ragazzi dell'allenamento sgridandoli se li vede fermi o correggendo la posizione dei nuovi iscritti.
Ciò che Ercole racconta non è una semplice storia, ma anche un'amicizia di lunga data con Paolo Carta.
"Con Paolo ci conosciamo da quando eravamo ragazzini. Vivevamo nello stesso quartiere. Io iniziai a frequentare la palestra prima di lui, poi per un periodo dovetti smettere per problemi di lavoro.
Lui una sera mi chiese di venire in palestra per aiutarlo, accettai e iniziai a frequentarla di nuovo e ad oggi, da pensionato, persisto.
Siamo veri amici anzi direi proprio fratelli."
Paolo ha uno spirito genuino che unisce alla serietà e alla disciplina che dà durante gli allenamenti. Prende tutti sotto la propria ala. Chiedo spontaneamente a Paolo se un po' si considerano dei supereroi.
"Io sono nato e cresciuto in questo quartiere, ed è nostro fine societario salvaguardare i ragazzi della strada, cercando di accogliere tutti e indirizzarli verso la strada giusta.
Io non mi sento un supereroe. Diciamo però che quello che facciamo è proprio una missione. Senza profitto economico, ma per il bene dei ragazzi, per il bene societario e soprattutto per il mio quartiere."
Mentre parlo con Paolo, i due pugili professionisti della palestra -Stefano Lai e Fabio Cobreddu,- si stuzzicano fra di loro come due fratelli.
Effettivamente la palestra è simbolo di famiglia, coloro che la gestiscono lo sanno.
Arriva anche Maurizio, un ragazzo che ha vissuto il pugilato sin da piccolo come sua sorella.
Lui allena nel turno degli amatori delle sette e mezza. Un ragazzo sempre disposto ad aiutare, coniugando il proprio lavoro con quello della palestra.
La prende come una sfida di tutti i giorni, sfida che gli permette di conoscere più campi.
All'interno del gruppo di persone che Maurizio allena, sono presenti varie ragazze. Qui sorge spontanea una domanda: cosa porti una ragazza a iscriversi alla boxe.
"Diciamo che l'aumento delle iscrizioni di ragazze negli ultimi anni è anche frutto del fatto che la boxe sta diventando sempre meno uno sport per soli uomini. In generale sto notando che sport prima etichettati come per uomini adesso sono per entrambi i sessi. Peraltro, quando le ragazze fanno la prova e vedono altre donne che si allenano, notano l'atmosfera serena."
Dopo qualche ora a chiacchierare in questo centro, si puo' notare che tutti coloro iscritti all'Accademia Pugilistica Sardegna (ASP) sono più che contenti di trovarsi in questo ambiente che profuma di casa. Incontri e allacci legami forti, finendo per ritrovarti ad avere un signor Paolo da chiamare zio.
L'ASP è la nostra famiglia allargata.
Giorgia Meloni
Volete dare uno sguardo all'ASP e fare conoscenza con gli allenatori?
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L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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