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La voce: oggetto del desiderio

La voce: oggetto del desiderio

La nostra voce echeggia dalle nostre profondità. Nasce dal profondo del nostro corpo, modellata dalle nostre corde vocali la voce veicola la nostra storia, le nostre emozioni e anche i nostri pensieri. Talvolta ci tradisce rivelando ciò che le parole non dicono.


Ahh la famosa voce fuori campo di André Dussolier! Con le sue intonazioni cantanti e il suo piccolo lato antiquato, incarna da sola tutta l'anima del film " il favoloso destino di Amélie Poulain". Si può innamorarsi di una voce, ascoltare un messaggio in loop semplicemente per lasciarsi cullare da un timbro, un'intonazione, un respiro.


La voce riporta più precisamente di un'immagine ad un momento, ad un essere particolare. La voce è unica e rappresenta una firma, cosa che oggi le nuove tecnologie confermano con l'impronta vocale che funge da password. Più che "timbro" vocale, Roland Barthes, filosofo, preferisce la parola "grano" di voci che dice tutto sul suo ritmo, la sua intonazione, il suo accento, la sua corporeità. Rivela qualcosa di intimo, una singolarità assoluta. 
Le nostre voci sono indicatori sonori di ciò che siamo. Danno un'indicazione sulla nostra origine sociale, tradisce la nostra età, il nostro genere, gli incidenti della nostra vita (mancanza di respiro, tabacco, stanchezza...) e soprattutto il nostro stato emotivo: ci sono voci bianche, voci timide, voci giocose, voci tremanti, altre che si spezzano, quelle che balbettano o che improvvisamente ci mancano.
La voce ha qualcosa di inquietante che non si padroneggia, spiega il musicologo Peter Szendy. Si può esercitarla, imparare a controllarla, a modularla...ma c'è sempre qualcosa che sfugge. Come una macchina, la sai guidare e controllare, ma ogni tanto non funziona...

Come la pelle, la nostra voce muta nel corso del tempo e delle prove. È intimamente legata al nostro respiro, al nostro slancio vitale. Può anche essere oggetto di desiderio, erotismo, è il primo suono che si sente nell'utero. Allora la voce è quello che ci si aspetta, che si desidera in un abbraccio amoroso o semplicemente che fa diventare pazzo un animale quando sente risuonare quella del suo padrone. È' l'oggetto che più ci affascina, può toccarci più di uno sguardo, un gesto, una lettera. Va dritta al cuore. Alcune ci fanno venire la pelle d'oca, ci fanno piangere o ci intima l'obbedienza.


Placido Domingo diceva che "la voce è la compagna più gelosa che ci sia". Giusto! Non puoi dormire solo tre ore a notte o prendere freddo se devi cantare un'aria di opera sul palco. La voce richiede uno stile di vita, disciplina, rispetto. Se la si rispetta, diventa lo strumento più persuasivo che esista, i politici lo sanno bene e sanno farne uso.

Anche se, dopo aver imparato a posare la voce, a controllarla, un incidente, può verificarsi, una perdita di controllo e sei smascherato. L'uomo politico calmo rivela il suo io stressato, l'amante premuroso diventa improvvisamente aggressivo, almeno nella voce, e la più dolce delle mamme può deragliare e mostrare il suo fastidio o la sua paura. La voce è il riflesso delle nostre emozioni, possiamo cercare di nasconderle, ma il nostro timbro farà capire al nostro interlocutore in quale stato d'animo siamo. 


Canta e incanta, ipnotizza, collega il mondo umano al mondo spirituale. Alain Manoukian, musicista compositore, dice:

"Cantare è peggio che mettersi a nudo, è svelare la propria anima"...

Christine Lauret

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Chi sono
Words and Dreams

L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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