Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Un futuro distopico (part 2)

Un futuro distopico (part 2)

 Se volete leggere la prima parte andate qui

 

Gli umani si erano intrappolati in un grosso guaio, non restava loro altro che la loro forza di riflessione che li avrebbe, forse, condotti alla sopravvivenza della specie... dico forse...

Per la gente marina, iniziava un'altra era, forse quella del pentimento, forse quella del terrore, forse quella di un cammino verso il loro annientamento...
In ogni caso il «disordine sotto la reggenza» del totalitarismo di Marathon Premier  trovava la sua conclusione, la rivolta a lungo contenuta  con la forza si placava  ma sicuramente, al suo successore occorrerebbero: forza, coraggio e appoggio, per ristabilire una democrazia tranquilla negli Abissi.
Ma il mondo marino spesso dissanguato aveva ancora risorse per chi voleva preoccuparsi collettivamente, mentre il mondo degli umani era in stallo e si sapeva che sarebbe stato difficile per loro riconquistare la fiducia del mondo ittico...

Il futuro monarca lasciò San Pietro, deluso, (dalla sua eredità) con i membri del governo che non lo mollavano, spaventati all'idea che potesse abdicare!
Tutti, anche io camminando dietro, presero la direzione di Tanambo, luogo sotto il quale si trovava una grotta marina che non era altro che una tappa imperdibile. Una stazione di ricarica delle capsule «Airpro», simile alla vecchia stazione ''Total'' di Pierrefonds che era stata il vecchio punto di ricarica degli «EauPro». Passaggio obbligato dunque, per chi ha il permesso di salire sulla terra o di scendere nell'Abisso...
Questo rito si svolge in un silenzio quasi religioso. Ma, il ritorno per loro e l'arrivo per me, stava per essere fatto con estreme  turbolenze che nessuno aveva previsto!
A un miglio di mare, si trovava un lungo banco di una specie fino ad allora più che discreta perché vulnerabile: le «Pèches-Cavales», erano là arroganti,  in  lunghe fila strette. Chiedevano un negoziato prima di aprirsi per lasciarci passare...

Un miglio nautico più tardi, uno spettacolo più spaventoso si presentò e fermò d'improvviso la progressione  del nostro viaggio.
Di fronte a noi una  imponente e ampia manifestazione si svolgeva davanti ai nostri occhi. Prima non capivamo, dovemmo fermarci, battere l'acqua discretamente e attaccarci gli uni agli altri per restare in equilibrio.
Grida, minacce, applausi, canti partigiani saturavano tutto lo spazio marino. Ancora non capivamo, ma sentivamo il pericolo che si insinuava dentro di noi come l'acqua di una piena.

Tutto lo spazio acquatico era  torbido, ci intrufolammo, incollati gli uni agli altri, e riuscimmo a scalare in un bel cumulo di corallo. Ci sedemmo più comodamente e finalmente scoprimmo di chi era l'organizzazione e il caos della manifestazione...
O Dio, che paura!

Piccole razze di pattinare equipaggiate come droni passavano senza sosta sopra le nostre teste. Più in basso un gruppo di adolescenti pesci pagliaccio, con il naso all'aria gridava loro, piegati dalle risate, «Ehi, piscio alla tua razza del culo!». Ma questo non bastava a farci ritrovare un po' di leggerezza... 
Proprio accanto a questi pagliacci, quattro vecchie cernie, sbadigliando, ci hanno rivelato, con la loro schiena piena di parassiti e le loro bocche sdentate, quanto fosse costato al loro mondo l'aiuto e la solidarietà del mondo dei fondali!
La lunga e colorata striscia alta, con un enorme cartello su cui era scritto: «Fate come noi, fatevi strada!» erano, in realtà, tonni banana che credevano di essere a una gay-pride. Non pericolose ma ingombranti. Si fecero respingere con forza da una milizia di estrema destra, i nobili «Patudos» armati fino ai denti e determinati. 
In lontananza si vedevano gruppi di pelagici, o piuttosto ciò che ne restava, sempre  in accordo con la causa della dinastia «bigs eyes», che avevano persino portato i loro figli in questo luogo insicuro.
In lontananza, posate come rocce, quattro megattere che avevano fatto lo spostamento, a malincuore, facevano il muso, l'acqua troppo calda non gli andava bene. Avrebbero solo voluto onorare il nuovo monarca, in nome della specie.

Non riuscivamo nemmeno a percepire l'ora in tutto questo brodo, non capivamo completamente quello che stava succedendo, e così vacillavamo  sul nostro promontorio tra paura e speranza...

Segue...

Rolande Murat

Torna alla home
Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Chi sono
Words and Dreams

L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
Vedere il profilo di Words and Dreams sul portale blog Overblog

Commenta il post