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La città delle luci

La città delle luci

Parigi, un nome che fa sognare appena lo sentiamo. Quando dico che sono francese mi rispondono subito ''Ah Parigi, che bello!''.

Si è vero, Parigi è una bella città, ricca di storia, di edifici prestigiosi, di animazione, di quartieri dai nomi incantevoli: Montmartre, Saint-Germain, les Champs Elysées...

 Qualche giorno fa, ho passato una settimana nella capitale francese. Se è vero che sono abituata a vederla, vi confesso che provo sempre una passeggera ondata di emozione quando distinguo da lontano il profilo magro e austero della Tour Eiffel o davanti all'Arc de Triomphe che fa da guardia alla più bella avenue del mondo: les Champs Elysées.

Questa volta, a pochi giorni da Natale, il famoso viale si adorna come in nessun altro periodo dell'anno. Vetrine e luci scintillano  dappertutto. Tutti i nostri sensi sono sollecitati: il profumo delle castagne grigliate ad ogni angolo di strada, le mani riscaldate dal cono riempito dalle castagne bollenti, gli occhi che sfarfallano per non perdere un decoro. Vuitton con la sua facciata a forma di valigia, les Galeries La Fayette con le sue vetrine animate, Longchamps, Apple, Ladurée, Chanel... tutti i negozi si sono impegnati per le feste creando un'atmosfera da mille e una notte. Gli alberi lungo il viale, se è vero che le loro foglie erano volate via da tempo, non perdono al cambio colonizzati da una moltitudine di luci dorate che lampeggiano come per dire ''Guardateci, siamo i re della festa!'.

Potrei raccontarvi ancora di tutte le meraviglie che offre Parigi sopratutto in questo periodo, ma...

Si, c'è un ''ma'', ed è grande!

Otto giorni a utilizzare la metropolitana e affiancarci ai viaggiatori parigini per rendersi conto che non sono umani. Tutti seduti o in piedi con il telefono in mano la testa inclinata, ipnotizzati dallo schermo, incapaci di staccarsi due secondi da quest'oggetto che li tiene in ostaggio. Gli sguardi sono spenti, nessuno sorride, nessuno parla, ognuno per conto suo, perso nel suo piccolo universo. E non parlo dell'ora di punta in cui tutti vogliono salire a bordo di un vagone già strapieno e lottano per questo. Litigi, grida, rabbia, nessuno si ricorda del codice dell'etichetta, il galateo è ben lontano. Lottano per un posto che li porterà a casa dove si siederanno sul divano davanti ad un altro schermo... La magia del Natale non sembra essere arrivata nel sottosuolo parigino. Qua regna l'individualismo, la solitudine, l'apatia, l'insensibilità. Sono, a secondo del momento, robot chini, programmati per andare da un punto A al punto B senza vedere niente di ciò che sta attorno,  oppure sardine in scatola che non capiscono che saranno mangiate... mangiate dal tempo, dalle obbligazioni, dal lavoro.

Poveri parigini! No, neanche per un momento ho avuto il rimpianto di vivere lontana da questa vita pazzesca (non so se si puo' parlare di vita).

Vi piace Parigi? Andate in vacanza e vivete al vostro ritmo, godetevi gli spettacoli tutti più belli gli uni dagli altri, apprezzate le Sacré Coeur e Notre Dame de Paris, salite al 34 piano del Hotel Hyatt che regala una vista mozzafiato, girovagate a Saint-Germain, passate una serata au Caveau de la Huchette dove le vostre orecchie si rallegreranno... ma dopo, tornate nella vostra terra natale, non invidiate la vita frenetica della Ville Lumière, gli abitanti di queste città non sanno apprezzare le cose semplici: la bellezza di un paesaggio, il piatto di pasta con il profumo del basilico, la strada tortuosa che porta a un paese pieno di misteri o semplicemente il pisolino del pomeriggio. Vivono a 200 all'ora quando noi viaggiamo appena a 30. Non pensate che siamo noi ad essere troppo lenti e che perdiamo qualcosa; la verità è che, noi, allunghiamo la nostra vita!

Christine Lauret

Per condividere la gioia di Natale a Parigi, vi lascio in compagnia delle vetrine animate delle Galeries La Fayette. Un minuto per ritrovare la vostra anima da bambina/o.

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Chi sono
Words and Dreams

L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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