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Halloween che incubo!

Halloween che incubo!

31 ottobre, eccoci pronte! La mia amica Emma ed io, dobbiamo accompagnare i ragazzi del quartiere a fare incantesimi ai vicini più maleducati, quelli che avrebbero scelto di non regalare caramelle ai bambini in cerca di dolci.

Emma da Catwomen nel suo costume di latex, con occhi da gattona che lanciano fulmini e sembrano essere bloccati dalla paura talmente ha esagerato col trucco.

Io da Crudelia, la bocca eccessivamente ingrandita, i capelli arruffati, avvolta nel mio mantello nero orlato di malva.

Tre bambini, piccoli diavoli appena usciti da un vaso di Pandora, col forcone in mano e la coda che striscia nella polvere scalpitano davanti alla porta.

Usciamo così vestiti degni della famiglia Adams, saltando e gridando con urla di cornacchia, graffiando le porte per spaventare i più piccoli.

Seguiamo i ragazzi con una certa distanza, divertendoci tanto quanto loro nel terrorizzare i passanti che cambiano il marciapiede, quando ci vedono. Ci incamminiamo in un vicolo buio mentre la nebbia inizia a circondarci. «Il tempo ideale per Halloween!» dice Emma con i brividi.

Detto fatto!

Infatti, la nebbia è così densa che abbiamo perso di vista i ragazzi e ci dirigiamo alla cieca verso la prima casa.

Appena superiamo il cancello, sentiamo dei rumori strani, fischi, squittii... ridiamo, abbiamo insegnato bene ai ragazzi come creare un ambiente terrificante, ci sanno fare!

Però ci accorgiamo che l'ambiente è cambiato. Un vento freddo ci circonda, una luce lugubre brilla sopra il portone, rumori di catena si fanno sentire... ci rendiamo conto solo allora che i ragazzi sono spariti...

Sono stati invitati ad entrare dentro questa casa? Andiamo avanti piano piano. Nessuna di noi dice una parola. Vige il silenzio. Saliamo i tre gradini che ci separano dalla porta, chiamando senza nessun convinzione «Ragazzi! siete qui?»

Nessuna risposta... varchiamo la soglia. «C'è qualcuno? Marc, Lenny, Théo, siete qui?»

L'ambiente spettrale della casa ci fa venire la pelle d'oca. Il nostro desiderio di scherzare è sparito, siamo due figure impallidite, uscite dagli abissi e procediamo con cautela, chiamando, quasi supplicando che ci rispondano.

Emma si aggrappa al mio braccio e s'incolla a me, ma io non sono più coraggiosa di lei! Cosa fare? Andare avanti o tornare indietro? Impossibile rientrare senza i ragazzi, dovevamo vegliare su di loro! Allora, col sapore del terrore nello stomaco, più morte che vive, ci avventuriamo nel corridoio di questa tenebrosa dimora.

La lampada del soffitto palpita minacciando di spegnersi in qualsiasi momento. La porta, dietro di noi si chiude improvvisamente con un suono stridente che fa drizzare i capelli sulle nostre teste. Ci giriamo d'un tratto. Nessuno! Accidenti, ma cosa sta succedendo qui? Mi precipito sulla porta. Bloccata! Gli occhi spaventati di Catwomen sembrano uscire fuori dalle orbite talmente è terrorizzata. «Calma, calma, dico, c'è sicuramente una spiegazione...». È il momento in cui la lampada fiacca sceglie di morire definitivamente dopo un ultimo fremito funesto.

Il panico ci invade. Al mio fianco, Emma trema come un gelso scosso. Sento i suoi denti sbattere. Io sono in uno stato nervoso tale che se mi avessero punta, non sarebbe colata una goccia di sangue. «Cosa facciamo?» sussurra Emma. Adesso non lo so. Sono incapace di pensare. Una specie di forma sfiora il mio braccio, volteggia, va e viene attorno a noi... vorrei urlare, ma la mia voce si trasforma in un suono rauco che assomiglia di più al raglio di un asino che a qualcosa di umano. Emma si è fermata, la bocca aperta su un grido che non uscirà mai. Un tenebroso urlo squarcia la notte e ritrovo le mie gambe. Prendo il braccio di Emma e la trascino lontano dalla forma strana. Mi dirigo verso una camera dove spero di trovare un'apertura che sarà la nostra salvezza.

C'è una porta! Ci buttiamo sulla porta e la spalanchiamo...

Qua ci fermiamo immediatamente, paralizzate nel nostro slancio dalla vista di ciò che sta davanti a noi. Un esercito di personaggi gli uni più brutti degli altri sbarrano la via. Scandiscono tutti la stessa litania «Han, han, han...» Brandendo monconi, forconi, falci, vestiti di stracci insanguinati, degli uomini dal volto mostruoso si sono installati intorno alla casa e ci impediscono di scappare. Siamo intrappolate. Dietro di noi questo fantasma inquietante che vaga e ci spinge verso quest'esercito di morti viventi.

La peste o il colera? Bella scelta!

Il battaglione di creature immonde si mette in moto, avanzando verso di noi... dietro i rumori di catene si avvicinano pericolosamente. I miei nervi stanno morendo e un urlo di terrore... mi sveglia!

Wow! Che incubo! Sono tutta sudata, il mio cuore palpita. Accendo la lampadina e vedo che sono realmente sola nel letto. Non c'è la più minima traccia di Crudelia, né di qualche fantasma.

Ieri era il 31 ottobre... tutti questi costumi mi hanno sicuramente fatto girare la testa! Dai, buona notte ragazzi, provo a prendere il prossimo treno del sonno...

Christine Lauret

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Chi sono
Words and Dreams

L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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