9 Gennaio 2023
Mentre in tante nazioni gli immigrati, vengono appena tollerati, nel Canada i migranti raggiungono il 36% della popolazione.
In questo paese nel 2022 gli immigrati hanno superato la soglia di 400000. Dobbiamo risalire al 1913 per ritrovare un numero cosi alto di immigrati accolti.
Ma come si riesce a vivere in perfetta armonia con tanti immigrati quando da noi in Europa viviamo tanti problemi di integrazione e di accettazione?
Prima di tutto, il Canada ha bisogno dei migranti per rilanciare la sua economia, non è la disoccupazione a creare tanti problemi anzi, ci sono tanti posti di lavoro disponibili e pochi lavoratori, hanno bisogno di manodopera in tantissimi settori produttivi e in quasi tutte le professioni.
Secondo problema, la popolazione canadese invecchia e da 7 persone che in precedenza lavoravano per garantire il pagamento di una pensione, si è passati a sole 2 persone per poterne pagare una, colpa anche di un tasso di fecondità molto basso.
L'unica soluzione è stata quella di accogliere più immigrati ed incoraggiare la loro integrazione.
In poche parole, la soluzione per accettare gli immigrati è aver bisogno di loro... Questo è il mio pensiero, pero' la storia l'ha gia ampiamente dimostrato.
In Francia, per esempio, le immigrazione del 1920 e del 1960 corrispondono a un momento di grande sviluppo industriale. Neĺl'industria c'è una grave carenza di manodopera, sopratutto nei settori con impieghi più pesanti del mercato del lavoro, ecco perché l'immigrazione è diventata una soluzione e perché si è poi rivelato un grande successo...
Purtroppo oggi, la disoccupazione infuria in Europa, percio' la popolazione finisce per associare un immigrato a un "ladro" di lavoro, e di conseguenza di soldi...
Forse non sappiamo gestire ancora benissimo l'integrazione. Non teniamo conto che i migranti arrivano perché alla ricerca di una vita migliore, spesso scappano dalle guerre dei loro paesi o per le pessime condizioni di vita e hanno bisogno di sentire che appartengono ad una nuova comunità. L'aiuto portato loro dai paesi occidentali non è assolutamente sufficiente, secondo me dovremmo anche aiutare le popolazioni locali ad accettare, e far capire loro la reale situazione vissuta dagli immigrati così da aprirsi ad altre culture.
È sempre più semplice accettare un'altra cultura se si riesce a far conoscere e accettare la sua. Questo naturalmente vale nei due sensi!
Se l'immigrazione è un fattore politico diventa anche un fattore sociale: l'arte di vivere insieme non può essere solo dalla parte dei migranti ma anche le popolazioni locali devono essere preparate ad accettare le differenze.
Abbiamo ancora tanti passi da fare perché questo possa realizzarsi. Per fortuna, in qualche caso l'immigrazione è concretamente positiva...
È il caso dell' oristanese Patrick Abbate, musicista e imprenditore, immigrato negli Stati Uniti 20 anni fa.
Christine Lauret, con la sua penna e un pizzico di ironia, ce lo fa scoprire nella rubrica incontri di martedi. Un articolo da non perdere!
Mercoledi uno shottino di storia per voi con la zattera della Medusa, non solo un quadro ma anche un gravissimo fatto di cronaca. Da seguire...
Giovedi un programma musicale speciale vi aspetta: alla scoperta di Patrick Abbate, composizioni, cover, il chitarrista ci apre il suo mondo!
Venerdi Zia Luisa e J.K Malesani vi preparano un'associazione ricetta-vino per il vostro palato delicato.
Sabato Massimiliano Lecca, il nostro globe trotter, ci porta a Praga, la città dai mille campanili. Video e foto da ammirare!
Buona settimana a tutti e buona ripresa del lavoro!
L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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