3 Settembre 2022
Ecco il carnet di viaggio della nostra corrispondente Rolande Murat attualmente in giro in Asia. Non perdete il suo periplo, aggiorneremo la rubrica regolarmente con testo e foto.
Quarto giorno:
Lao Chai
Oggi i 10 chilometri attraverso le risaie partendo da Tavan (dove si trova il nostro «ecco lodge») fino a Lao Chai mi hanno lasciato a bocca aperta con il loro splendore.
Questi trekking ci permettono di vedere, di gustare la vita dei borghi e non possono affatto lasciarci indifferenti. Le popolazioni Hmong rosse, nere o altre, sono come noi occidentali, cullate dalle dolci sirene del capitalismo e del consumismo e hanno solo un pensiero «commerciare». Quindi l'incontro con ciò che furono queste popolazioni resta una mia fantasia, ma in fondo non mi disturba affatto, dopotutto oggi vivono di turismo e partecipo anche io rubando qualche bel cliché con la loro autorizzazione.
Oggi era la giornata «risaie» tra rumori e silenzio, una giornata cosi come ho sognato e che mi piaceva vivere.
Lontano dalle immagini pubblicitarie dei tour operator nei quali tutto ciò che è sofisticato sovrasta sull'autenticità della vita reale, Lao Chai vive la sua vita di «ciotole di riso». Consideriamo che qui le vertiginose pendenze e l'abbondanza dell'acqua, possono essere una manna oggi e una grave calamità domani, questo ci costringe a guardare con un altro sguardo non solo la bellezza dei posti ma anche la dura realtà del lavoro nelle risaie.
Ora il raccolto è al culmine e visto che è anche periodo di vacanze scolastiche, il faticoso lavoro si esegue con in sottofondo le risate e i rumori dei ragazzi.
Le risaie terrazzate fate e mantenute a mano possono solo lasciarci ammirati. La meccanizzazione qui è impossibile con questi rilievi orografici che richiedono ingegno per riuscire a lavorare queste coltivazioni. La resilienza e la tenacia del popolo che vive qui ci obbliga a rispetto e ammirazione.
I love Vietnam!
Le foto parlano della vita quotidiana, vi lascio scoprire il ritmo di Lao Chai...
Rolande Murat
L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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