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La forza della vita

Sardegna dopo l'incendio di 2021 - Foto Christine Lauret

Sardegna dopo l'incendio di 2021 - Foto Christine Lauret

Francesco Picciau, scultore e poeta, ha scritto questi versi dopo aver visto con i suoi occhi la desolazione di un bosco bruciato. Ci ha lavorato per mesi, sforzandosi di richiamare alla memoria tutte le sensazioni vissute in quel momento. Per non dimenticare...

 

Cammino a passo stanco in questo inferno senza vita.

Il fuoco non c’è più,

ma ancora si respira odore di morte,

incomprensibile follia, umana cattiveria.

Un passo dietro l’altro, come un equilibrista,

affondo nella cenere, attento a non ferire quel niente che è rimasto.

Nella mia mente, voli d’uccelli, canti di cicale,

deboli battiti d’ali di farfalle. Fiori.

Ombra di roverelle secolari, bramiti di cervi in amore.

Allegri corbezzoli, possenti sughere, ginepri contorti,

verdissime felci, profumo di bosco.

Nella mia mente, solo nella mia mente,

nei miei ricordi, nella mia immaginazione.

Vorrei piangere, ma il pianto mi si ferma in gola,

pungente e ruvido più di un groviglio di filo spinato arrugginito.

Bagnato di sudore,

arrivo sino in cima alla montagna:

è lì che l’orizzonte s’allontana

e tutto sfuma e si confonde.

L’ inferno si dilata a dismisura,

sino a perdersi nell’immensa pianura.

Il sole picchia forte sulle roventi rocce,

taglienti come spade che bucano il cielo.

Uniche superstiti sopravvissute alla catastrofe,

potessero parlare, chissà cosa direbbero?

Ho sete, ma la sorgente è secca.

Cespugli e alberi, ridotti a spettri,

stan fermi lì, piantati in terra,

come croci senza nome,

ad aspettare che il vento dia loro l’ultima carezza.

Calpesto gusci calcinati di lumache,

m’inchino ad osservare ciò che rimane di una martora.

Una cartuccia squagliata.

Una bottiglia annerita.

Una lucertola carbonizzata.

Il fuoco ha divorato tutto.

Lontano, le stalle distrutte dalle fiamme, con dentro gli animali morti,

ancora fumano.

Mi manca l’aria.

Mi bruciano gli occhi.

Vorrei urlare al mondo tutta la mia rabbia,

ma non ho neppure la forza di parlare, di respirare.

E poi, a cosa servirebbe?

Silenzio.

Bisogna fare silenzio in questo immenso campo di sterminio,

dove animali e piante

han conosciuto l’immane sofferenza del martirio.

Silenzio assoluto.

Questo è un posto sacro,

solo nel silenzio puoi sentire il doloroso pianto di Dio.

Un pianto incessante che spero arrivi a tutti gli uomini

che ancora non riescono a sentirlo,

perché non possono o non vogliono ascoltare.

E mentre vado via,

tenendo il cuore tremolante fra le mani,

all’improvviso, in mezzo a tanto orrore, un miracolo:

l’inaspettata tenerezza di un timido germoglio di lentisco.

Incredulo, mi fermo a guardare,

ad ammirare l’incanto di quel verde gentile, nato dal nulla.

Un verde che commuove, rinfranca l’anima, infonde speranza.

La prorompente, incontenibile forza della vita vince.

Sempre.

E nessuno al mondo potrà mai fermarla.

 

Francesco Picciau

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Chi sono
Words and Dreams

L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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