6 Settembre 2021
Mentre ci allontaniamo da Shelter Bay, Tigris IV (la nostra barca) beccheggia già e ci promette un viaggio un pizzico movimentato.
Addio Colon, città di Panama, ci avrà lasciato un «retrogusto» amaro, sopratutto con l'arrivare della notte che trascina con sé il popolo delle ombre dei brutti quartieri, il popolo alla deriva: prostitute, mendicanti, trafficanti di ogni genere in ricerca di prede... Ultime immagini della miseria umana in questo paese ricco e moderno. Immagini che continueranno a perseguitarci.
Il cielo è pesante, ma il vento ci autorizza ad alzare la randa. Per quanto tempo?...Non si sa... Riprendiamo le nostre letture, i nostri sogni e la ricerca di globicefali per passare il tempo...
Fino a l'arcipelago di Bocas Del Toro la navigazione sarà un pò sgradevole. Certo, le onde ci cullano però il mare si colora di grigio, si arrabbia, diventa burrascoso e ci scuote. Benché siamo in estate, il vento diventa troppo fresco e rende il ponte scomodo. Le cabine odorano di carburante, perché abbiamo abbassato la randa e navighiamo con il motore...
Le ore si susseguono con un paesaggio monotono, un mare sempre grigio e di mal umore, e a bordo, tutti aspettiamo il ritorno di un tempo migliore. Anche Tigris IV sembra fare i capricci. Si mette a rallentare come se stesse lottando contro una corrente troppo forte... siamo preoccupati... il capitano non capisce la causa... cerca... è molto teso, non osiamo parlargli.
D'improvviso, la sua faccia si illumina! Ha capito il perché. Siamo passati in un'area di alghe che si sono agganciate alla chiglia e all'elica. Per fortuna arriviamo vicino alle prime isole dell'arcipelago e possiamo manovrare per liberare la barca dagli «inquilini indesiderati». La ciliegia sulla torta sarà che quest'isoletta ci regalerà un rifugio da favola: un ancoraggio in una cala deserta tipo Robinson Crusoe.
Dopo una notte rinvigorente, andiamo via per raggiungere la nostra destinazione finale del Panama: Isla Colon dove ci attende un posto prenotato per Tigris IV nella marina.
E Bocas allora?... Vi chiedete sicuramente...
Meravigliosa!
Dei piccoli pezzi di un continente che sembra essere esploso, coperti dalla giungla, con un rilievo a volta scosceso e ogni tanto delle mangrovie che ci fanno ricordare che qua, l'uomo è un ospite. Il tutto ci dà l'immagine di un villaggio lacustre. Dappertutto dei pontoni, delle piccole barche parcheggiate davanti alle abitazioni... un grande cambiamento di quadro per noi che arriviamo da Panama city!
Qua, si va da un punto all'altro via acqua! L'ambiente è totalmente caraibico, si sente il reggae da ogni parte, la gioia e la pace del popolo è onnipresente.
Ci accoglie un benvenuto caloroso e ci dà la "temperatura" del luogo. Iniziamo la visita della città che s'interrompe d'improvviso con l'arrivo di una pioggia tropicale. Ma non importa, non c'è posto migliore che la terrazza del nostro albergo per osservare, sentire, vivere la «vita dei Bocas» ... ci passeremo una lunghissima serata. I nostri occhi non vogliono perdere una briciola di questo modo di vivere dove l'acqua regna con maestra. Un balletto costante di piccole barche va e viene su un mare d'olio sul quale si riflette l'ambiente. Gridano, cantano, urlano, comprano, vendono... la pioggia non ha fatto scappare nessuno tranne noi e su questo gioioso pezzi di terra la vita va avanti.
Si, gioiso è la parola che si addice al popolo di questo posto incantevole. Il mio unico rimpianto è di non esserci rimasta più tempo!
Domani il Costa Rica ci aspetta, per concludere quest'avventura...
Rolande Murat
L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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