8 Novembre 2022
La perla della costa Orientale della Sardegna: Porto Giunco. Alcuni dicono che sia un pezzo dei Caraibi in Sardegna... la verità è che quando Dio ha creato le spiagge, per prima cosa ha fatto nascere la Sardegna... tutto questo per dire: lasciamo ai Caraibi quello che appartiene alle isole delle Antille e guardiamo Porto Giunco come un gioiello unico e irripetibile.
I colori del mare sembrano dipinti da un bravissimo pittore, numerosi registi hanno usato questi decori per i loro film o più semplicemente per tantissimi spot pubblicitari.
Un angolo di paradiso che, finita l'affluenza turistica dell'estate, diventa un angolo di pace che abbiamo deciso di esplorare questa domenica.
La spiaggia di porto Giunco è bellissima non solo per le sue acque turchesi e la sua sabbia finissima, ma anche grazie allo stagno che la costeggia, per la gioia dei fenicotteri.
Vicina si intravede la famosa spiaggia del riso. È una spiaggetta con i grani di sabbia grossi e dolci come il riso che ci ricordano la spiaggia di Is Arutas nella costa occidentale. Purtroppo, oggi resta solo un tratto di questa spiaggia rovinata dalla costruzione del porticciolo a fianco.
Porto Giunco si trova a Villasimius, una zona molto turistica e attrattiva per le bellissime spiagge che ci sono attorno e per il panorama che offre la strada per arrivarci.
Oggi sono arrivato in canoa nella piccola caletta di Porto Giunco. Decido di seguire uno dei percorsi in mezzo alla macchia mediterranea e salgo su un promontorio.
Da li' posso scoprire alcune calette nascoste. Cammino nel sentiero che si snoda nella vegetazione e mi ritrovo immerso nel verde. Il silenzio mi circonda. In realtà è il rumore del vento che mi fa compagnia. Quando c'è maestrale come oggi, il "parlare" del vento è bellissimo e ci racconta tante cose per chi sa ascoltare.
Salendo ancora, arrivo alla torre di avvistamento spagnola. Questa torre alta piu di 9 metri fa parte di un sistema di torri costiere costruite dagli spagnoli sui promontori delle coste della Sardegna a scopo difensivo e posizionate in modo tale che potessero comunicare tra di loro a vista (la precedente con la successiva). Esiste un percorso trekking che si chiama le 100 torri e gira attorno della Sardegna, ma di questo ne parlero' un'altra volta...forse.
Oggi, ammiriamo il panorama dalla torre di Porto Giunco, è fantastico. Ho una visione a 360 gradi: la spiaggia di Porto Giunco, l'isola di Serpentara e sulla destra l'isola dei Cavoli. A proposito di questa isola, in sardo si chiama l'isola de cavuru che significa granchio, quindi dovremmo chiamarla l'isola dei Granchi, ma è una delle traduzioni errate che ci siamo ritrovati nel passare dal sardo all'italiano...
Proseguo il mio cammino più avanti della torre e scopro lo scenario sul golfo: il mare e il cielo si confondono e offrono tutte le sfumature del blu, posso anche distinguere il faro dell'isola dei Cavoli e a sinistra il faro della secca Berni, posto in cui affiora qualche scoglio che rende la navigazione pericolosa.
Durante la mia esplorazione ammiro le diverse piante che compongono la macchia mediterranea. Piante che si utilizzava sia per curare che per condire i pasti. Trovo la salicornia, famoso asparago di mare, gustoso nella pasta, anche il lentischio (su modditzi) il cui legno, tempo fa, veniva usato per fare dei cestini e le cui bacche fornivano un olio chiamato l'olio dei poveri (che oggi costa quasi 100 euro il litro). Il lentischio si utilizzava per cucinare ma anche per le sue proprietà lenitive e cosmetiche. Storicamente, si dice che i Romani utilizzassero i rametti dell'albero come deodorante strofinandolo sotto le ascelle. Oggi le bacche sono di un bel rosso, passano dal verde al rosso e quando sono mature virano verso il nero, pronte per produrre l'olio.
Mi godo questo momento di serenità lontano dal rumore della città e vorrei che questi posti restassero sempre cosi', sarebbe un modo, per garantire il pieno rispetto della nostra terra...
Vi lascio in compagnia del diaporama della nostra gita.
Massimiliano Lecca
Christine Lauret
L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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