9 Maggio 2022
1956
Mentre la Francia è alle prese con il conflitto Algerino, l'Italia attraversa una profonda crisi politica e in Ungheria la rivolta «ruggisce», l'Europa, come per suggellare un patto e saldare una nuova alleanza, decide, alla stregua dell'Italia con il suo festival di Sanremo, di organizzare un grande festival della canzone europea.
Il Grand Prix dell'Eurovision nasce nel 1956. L'Europa ha appena vissuto uno dei suoi inverni più duri, la guerra fredda è in pieno svolgimento, ma in Svizzera, a Lugano, si preparano ad accogliere le 7 nazioni che participeranno alla prima edizione dell'Eurovisione.
Il 24 maggio 1956 l'Europa mette in attesa la sua vita politica per un appuntamento con la canzone.
Quell'anno, la Svizzera, l'Olanda, il Belgio, la Francia, l'Italia, la Germania e il Lussemburgo proponevano un cantante che portava il vessillo dei loro rispettivi paesi all'Eurovision.
Un lampo di genio che, col tempo, metterà in risalto non solo ogni tipo di canzone e i diversi generi musicali ma anche le caratteristiche e le peculiarità delle diverse nazioni partecipanti. La manifestazione in effetti, riesce al punto che dai sette paesi iniziali, ora arriviamo a oltre 40 nazioni che concorrono al festival musicale.
Un giorno il premio Nobel per la pace potrà essere assegnato all'Eurovision perché è diventato un programma capace di unire pacificamente tutti i paesi e la gente che vi partecipa.
Ma chi vi puo' aderire?
Eurovisione significa che unicamente i paesi europei possono concorrere?
Non esattamente...
Questo concorso è aperto ai soli membri dell'UER (Unione Europea della Radio-televisione) che sono situati nella zona Europea o fuori di quella zona ma che sono membri del Consiglio d'Europa. La conditio sine qua non è di essere membro dell'Unione Internazionale delle telecomunicazioni.
Non avete capito tutto?
Non è molto importante, ricordatevi solamente che 56 nazioni possono partecipare ed include paesi dell'Europa, dell'Asia ma anche dell'Africa.
Promemoria
Nel 1958 la Francia ottenne la vittoria con la canzone dal titolo «Dors mon amour» di André Claveau. In quello stesso anno l'Italia si distingue e finisce al terzo posto con una canzone che diverrà famosissima e che sicuramente conoscete tutti dal titolo «Volare».
La regola vuole che la nazione vincitrice debba organizzare l'Eurovisione l'anno successivo. Tocca quindi alla Francia ad organizzare la quarta edizione del concorso a Cannes.
Contrariamente alla credenza popolare, l'Eurovisione non è stata affato pensata per dare una chance ai giovani talenti della canzone. Ogni paese è infatti libero di scegliere il cantante che vuole per difendere i propri colori, qualsiasi sia la sua nazionalità di nascita.
Non dimentichiamo infatti che Céline Dion (canadese) ha vinto il premio nel 1988 mentre rappresentava la Svizzera e France Gall (francese) nel 1965 concorreva per il Lussemburgo e vinceva con il suo titolo «poupée de cire, poupée de son».
Per l’Italia Toto Cutugno faceva onore al suo paese vincendo il premio nel 1990, senza dimenticare il gruppo dei Maneskin che l'anno scorso portavano alla vittoria nuovamente l'Italia! In 65 anni l'Italia ha vinto 3 volte.
Eurovisione 2022
E siamo proprio a quest’anno dove quello che probabilmente è il più datato fra i programmi della televisione sarà organizzato per la sua 66esima edizione proprio dal bel paese.
L'Italia accoglierà i 41 paesi concorrenti. Laura Pausini, Mika e Alessandro Cattelan presenteranno il programma al Pala Alpitour di Torino dal 10 al 12 maggio.
Da notare che la grande assente di quest'anno sarà la Russia esclusa per le ragioni che ben conosciamo …
Vi consiglio di dare uno sguardo alla rubrica «Cultura» del magazine, ci troverete qualche famosa canzone che ha vinto l'Eurovisione dal 1956 ad oggi. Un piccolo richiamo storico, una passeggiata nel passato poco prima d'immergervi nel concorso dell'Eurovisione di quest'anno.
Christine Lauret
L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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