12 Dicembre 2021
Good morning, Vietnam è un film del 1987 diretto da Barry Levinson.
Il protagonista della vicenda è Adrian Cronauer (Robin Williams), irriverente disc-jockey dell’aviazione, che nel 1965 è spedito nella città di Saigon, in Vietnam.
Adrian dimostra, sin dall’inizio, di avere una personalità eclettica e ironica, che riesce ad incantare chiunque gli stia vicino. Dopo essere stato condotto alla base da Edward Garlick (Forest Whitaker), Cronauer sconvolge la stazione radiofonica con la sua musica rock e i divertenti siparietti politicamente scorretti, preceduti dal sonoro e inconfondibile ‘Good morning, Vietnam!’.
Nonostante la sua allegria contagiosa procuri fama alla stazione radiofonica, il tenente Steven Hauk (Bruno Lirby) e il sergente maggiore Phillip Dickerson (J.T. Walsh) si mostrano ostili verso il nuovo arrivato.
A differenza della maggior parte dei suoi compatrioti, Adrian non è del tutto diffidente nei confronti dei vietnamiti. Il soldato, infatti, si invaghisce a prima vista della giovane Trinh (Chintara Sukapatana) e, per conquistarla, stringerà un saldo rapporto d’amicizia con il fratello della ragazza, Tuan (Tung Thanh Tran).
L’allegria e la positività di Cronauer spariscono, improvvisamente, dopo che l’uomo scampa miracolosamente ad un attentato dei vietcong, grazie all’avvertimento di Tuan. Molto scosso dall’accaduto, Adrian si rifiuta di censurare informazioni importati che provengono dal fronte e Taylor è costretto a sollevarlo dal suo incarico.
Solo grazie all’intervento di Garlick e all’incontro fortuito con un gruppo di soldati americani, Adrian si risolleverà, alla stazione radio. Quando Cronauer scoprirà il caro prezzo della benevolenza e della fiducia verso il prossimo, la sua vita cambierà per sempre.
Un Robin Williams abbagliante. Un film tanto spiritoso quanto profondo capace di mostrare le due facce della cultura Americana. Navighiamo tra allegria e tristezza, con una colonna sonore assolutamente memorabile e quasi con la sensazione di seguire una via di mezzo tra documentario e film.
L'humour, les mots j'en fais mon affaire...La langue de bois, je ne connais pas. Fatiguée d'être censurée, j'ai décidé de faire profiter, à ceux d'entre vous qui n'ont pas peur des mots, à ceux qui sont capables d'aller au-delà d'un paragraphe de lecture, de mes pensées, de mes élucubrations.
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